Parodia

Plasma e perfidia. Dio Patria Pariglia.

Sono un poeta volante (gongolante o variante)
Sono una bruma spessa di sugna
sudante (suadente, gaudente)
Sono un pastrugno di rogna
grattante pasticcio alla gogna
Sono brava solida bava e procace.

Riposata (ma stracca, da allora, da sempre).

Ma in dolina indolente, come anonimo uccello,
ignota la fiamma del milite s'è spenta...

E del caporalmaggiore Ernst Graben
una ruggine, solo, crociata, nel buco ora resta.
E quattr'ossa srosicchiate dall'humus, perpetuo batterico tronfio trionfo.

Così disperso turista, di storiche
agognate gianzenze, a fine pomeriggio,
delle croci osserva l'infilata  e dell'ombre nel sole radente.

Su nidi e culle paterne
- colpo d'occhio obliato -
e urne acquose con sassi
fanghigliosi e plasmabile palta
a Sua immagine.

Lui, l'invitto e crudele Fattore,
per noia d'Amore,
cinico Creatore
della morte, della vita, del Niente.