Le parolacce

domenica, 12 ottobre 2008: ed è solo un inizio.

Ci sono parole Belle, che so io: dio, patria, famiglia, e parole brutte, per esempio: cazzo, culo e fica, ma è solo un piccolo esempio. Anche cacca, non è male (in francese merde, ma non mi lascio provocare, non cedo alla tentazione di una parentesi di riflessione sulle sottili differenze che intercorrono tra il francese merde, che proprio non puzza anzi è tutto in lievità, e l'italiano merda, che ci sprofonda nel tanfo, neanche si trattasse di una scorreggia o, magari, una loffa.. e tu vallo a spiegare ai miei studenti - qui occorrerebbe, verosimilmente, spiegare come mi guadagno la vita, ma non voglio eccedere, stendiamo quindi un pietoso velo).

Anche a me piacerebbe dar prova di fermezza: le parolacce non si dicono e tanto meno si scrivono! (doppio:!!) E via glosando: dignità, rispetto, dignità, rispetto e, non so se oso... moderazione, nel senso di temperanza, prudenza e saggio distacco dalle umane e aihnoi spesso meschine vicende.

E invece no. A me piacciono le parolacce! Eh sì, le parolacce e peggio-meglio le bestemmie. Bergamasche (ne so due sole, ma sono polpose).

Direi che è tutta una questione d'infanzie. Ce n'è che proteggono e ce ne sono (tanto per dimostrare che la grammatica è un'opinione, ma vallo a spiegare ai miei studenti!) che predispongono.

La mia ha predisposto, almeno così pare.

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